lunedì 17 giugno 2013

L’AMIANTO UCCIDE ANCHE I FINANZIERI, COSA PUO' FARE LA GDF PER PROTEGGERE NEL MODO MIGLIORE I SUOI MILITARI – di Giuseppe Fortuna

L’AMIANTO UCCIDE ANCHE I FINANZIERI, COSA PUO' FARE LA GDF PER PROTEGGERE NEL MODO MIGLIORE I SUOI MILITARI – di Giuseppe Fortuna

L’AMIANTO UCCIDE ANCHE I FINANZIERI, COSA PUO' FARE LA GDF PER PROTEGGERE NEL MODO MIGLIORE I SUOI MILITARI – di Giuseppe Fortuna


«Sono entusiasta per questa sentenza, ma mi arrabbio pensando a quante tragedie sul lavoro, con o senza l'amianto di mezzo, sono state dimenticate dalla giustizia». Questo il commento del procuratore aggiunto della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, riportato dalla stampa alla sentenza d'appello del processo Eternit emessa due giorni fa dalla Corte di Appello del capoluogo piemontese. E il magistrato continua: «a Torino e in altre città si fanno i processi sulla salute di lavoratori e cittadini mentre altrove non si sa nemmeno cosa sono questi processi. Non c'è¨ la cultura e non c'è¨ la specializzazione dei magistrati». 

Prendendo spunto dalle parole del dott. Guariniello, la cultura del contrasto ai danni devastanti dell’amianto sembra carente non solo nell’ambito della magistratura, ma anche nelle forze armate e di polizia. Il 9 luglio del 2012, ad esempio, l’allora ministro della difesa Di Paola nella risposta scritta a un’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Maurizio Turco proprio in materia di amianto (la n. 4/13579, seduta di annuncio n. 534 del 13/11/2011) scrisse: “il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato di non avere elementi informativi in merito alla specifica materia”. Ebbene, secondo l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto (ONA), di cui fa parte anche il Comitato nazionale “Esposti e vittime amianto dei militari appartenenti alla Guardia di Finanza ONA onlus”, in diverse caserme ci sarebbe ancora oggi presenza di amianto, specie nei tetti dei capannoni, nei sistemi frenanti di aerei Piaggio impiegati dal Corpo, dall’Aeronautica e dalla Marina militare ed in alcune unità navali delle Fiamme Gialle.

In verità , per le infrastrutture il Comando generale del Corpo ha dato disposizione ai reparti dipendenti di fare una attenta disamina delle emergenze segnalate e un censimento degli impianti e manufatti contenenti amianto valutando il rischio di esposizione e disponendo di dare avvio ai lavori di risanamento e di bonifica. Ma sotto il profilo della cultura e dell’informazione al personale, a nostro avviso, si deve fare decisamente di più. Ci è stato segnalato, ad esempio, che se si inseriscono su YouTube le parole “Guardia di finanza sequestro discariche abusive amianto” appaiono alcuni video di finanzieri che, pur essendo impegnati in attività di sequestro di aree contaminate da materiale cancerogeno, non adottano alcuna precauzione. Ma ci sembra ci sia carenza di informazioni e necessità di sensibilizzazione al pericolo anche per i finanzieri a contatto con gli aeromobili Piaggio P166DL3, nei cui sistemi frenanti è stata segnalata la presenza di amianto nel 2004 con una prescrizione tecnica della Direzione degli Armamenti Aeronautici del Ministero della Difesa che, nello stabilire che detti impianti dovevano essere sostituiti per la presenza di amianto, inspiegabilmente ne ha consentito l’impiego sino alla ricezione del materiale di nuova concezione

Ma oltre a una mancanza di informazione nei confronti dei lavoratori, anche il quadro normativo nazionale di riferimento in materia di amianto NON APPARE ASSOLUTAMENTE ADERENTE ALLE DIRETTIVE COMUNITARIE.

Il datore di lavoro, infatti, stando agli articoli 250 (notifica all’organo di vigilanza competente), 251 (misure di prevenzione e protezione), 259 (sorveglianza sanitaria) e 260 (registro di esposizione e cartelle sanitarie e di rischio) del decreto legislativo 81 del 2008 è obbligato ad assolvere i precisi obblighi indicati negli articoli citati solo se emerge un superamento dei “limiti di soglia” che, ad oggi, sono fissati in 0,1 fibre/cm cubo di aria (art. 254 d.lgs. 81/2008). Ma tali disposizioni SONO IN CONTRASTO sia con le indicazioni della direttiva 2009/148/CE, della precedente direttiva 477/83/CEE e della direttiva 77/99/CEE per le quali non è stato ancora individuato un livello massimo di esposizione sotto il quale l’amianto crisotilo non presenta rischi cancerogeni. 

Dove andrebbe modificata la normativa nazionale? E quali azioni la Guardia di Finanza dovrebbe intraprendere per tutelare al meglio la salute dei propri militari?

A nostro avviso, a livello normativo sarebbe indispensabile:
1)      predisporre ed emanare un testo unico in materia di amianto;
2)      portare a zero i limiti di soglia di cui all’art. 254 del d.lgs. 81/2008 per obbligare il datore di lavoro alle osservanze delle incombenze ad esso spettanti al di là di ogni valutazione del rischio.

Il Corpo, invece, potrebbe:

- censire tutto il personale che ha prestato servizio e che continua a prestare servizio in condizioni di rischio accertato o ipotizzato, e dar luogo ad una profilassi per monitorare la salute dei militari esposti;

- attuare una doverosa informazione sul rischio morbigeno per esposizione all’amianto, assicurandosi che sia estesa a tutto il personale, compreso quello comandato di servizio per sopralluoghi o sequestri di aree dove è ipotizzata la presenza di amianto;

- fornire adeguati sistemi di protezione al personale di cui al punto precedente;

- abrogare la circolare n. 12000/100/1^ del 01.02.2006, che non riconosce al personale del Corpo i benefici previdenziali di cui all’art. 3 del decreto interministeriale del 27 ottobre 2004 (attuativo dell’art. 47 del D.L. 30/09/2003 n. 269 convertito in legge 24 novembre 2003, n. 326);

- adeguare le disposizioni interne al parere del Consiglio di Stato (Sezione terza) n. 01693/2010 reso in data 4 maggio 2010, su richiesta dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Difesa riguardo l’applicazione dell’art. 1 comma 564, della legge 23/12/2005 n. 266 che stabilisce <<… esaminati gli atti con cui il Ministero della Difesa espone i delicati problemi connessi all’insorgenza delle patologie, anche mortali, contratte in servizio e per causa di servizio da personale militare e civile della difesa a seguito di esposizione all’amianto, e con cui si pone la questione riguardante l’inclusione delle infermità “asbesto-correlate” contratte dal citato personale tra quelle che, ai sensi dell’articolo 1, comma 564, della legge 23 dicembre 2005 n. 266, consentono l’equiparazione dei destinatari alle “vittime del dovere”, precisa che ai fini del riconoscimento della condizione di equiparato alla vittima del dovere, è necessario e sufficiente che il militare abbia contratto l’infermità in occasione o a seguito dello svolgimento della propria attività di servizio a bordo delle unità navali, ovvero, su mezzi o in infrastrutture militari nelle quali era documentabilmente presente amianto.>>

Nella speranza che l’intervento sulla materia avviato dal Comando Generale del Corpo vada oltre la ricognizione di luoghi e strutture e soprattutto oltre la raccolta di informazioni generali su patologie absesto correlate (come richiesto lo scorso novembre dall’ufficio Sanitario di via Sicilia), è forse opportuno evidenziare che da marzo 2012 è operativo il Comitato nazionale “Esposti e vittime amianto dei militari appartenenti alla Guardia di Finanza ONA onlus”, presso l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) onlus e che eventuali informazioni o consulenze possono essere richieste via mail all’indirizzo di posta elettronica ona.gdf@gmail.com.


GIUSEPPE FORTUNA
Segretario generale Ficiesse

lunedì 27 maggio 2013

aumento Ipt in Provincia di Varese

                              

                                http://lagrandefamiglia-consumatori.blogspot.it/ 
                                  ASSOCIAZIONE   A TUTELA DEI CONSUMATORI
                                           e-mail: aeroportomalpensa@gmail.com
                                           tel.3473142298

                               logo la grande famiglia (1) []

                                     comunicato ai consumatori 

         Aumenti, aumenti, aumenti anche in provincia di Varese

Abbiamo sottomano una circolare inviata alle agenzie automobilistiche con cui si prospettano aumenti, che potevano essere retroattivi e invece bontà loro, sono entrati immediatamente in vigore.
La Provincia di Varese con delibera 147 del 13.05.2013 ha aumentato del 30% le tariffe Ipt.
Cosa è l'Ipt? Questo è quanto si trova nel sito dell'Aci:”
Importo dell’imposta provinciale di trascrizione (IPT)
L’IPT è un’imposta dovuta per ciascun veicolo al momento di alcune richieste all’ufficio provinciale ACI (PRA) il cui importo base è stabilito con Decreto del Ministero delle Finanze.
Le 
Province possono deliberare di aumentare l’importo stabilito dal Ministero fino ad un massimo del 30%: consultare la tabella riassuntiva per conoscere gli importi IPT deliberati da ciascuna provincia”
Gli aumenti ci sono stati ovunque e la Provincia di Varese, ha applicato il massimo.
Nel momento di crisi terribile ciascuno si arrangia come può, ma gli enti pubblici come la Provincia ( che dovevano essere aboliti n.d.r.) non ci fanno una bella figura a chiedere ed esigere immediatamente gli aumenti e pure nella misura più alta possibile.
Tutto legale ma opportuno?

Giuseppe Criseo

                Presidente associazione consumatori La Grande Famiglia”
                     http://lagrandefamiglia-consumatori.blogspot.it/ 

              Presidente  associazione automobilisti 
               “Auto Nostra”
                http://autonostra.it/ 

                Segreteria Generale Sindacato Europeo dei Lavoratori
                http://www.sindacatoeuropeolavoratori.it/ 

                                           p.s. segue documento in questione
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sabato 25 maggio 2013

Ius Soli. Il comune di Lecce condannato a riconoscere la cittadinanza al figlio di immigrata nato in Italia

COMUNICATO STAMPA

Ius Soli. Il comune di Lecce condannato a riconoscere la cittadinanza al figlio di immigrata nato in Italia. Manuele è cittadino italiano a tutti gli effetti

Nel pieno della discussione sullo Ius Soli arriva un’ordinanza del tribunale civile di Lecce che pochi giorni fa ha riconosciuto la cittadinanza ad un giovane nato in Italia da genitori migranti.
La seconda sezione civile del Tribunale di Lecce, in un provvedimento depositato l'11 marzo ma reso noto solo pochi giorni fa, ha sancito che “Se gli affidatari del minore non hanno effettuato le dovute richieste, l’interessato non ha, per motivi legati all’età, alcuna responsabilità per fatti od omissioni altrui”. Insomma, è alla luce di questo che, secondo i magistrati pugliesi, hanno il pieno diritto di essere riconosciuti come cittadini italiani tutti coloro che sono nati in Italia e che abbiano soggiornato sul territorio nazionale fino al raggiungimento della maggiore età. Anche se non hanno avuto l’iscrizione all’anagrafe. Anche se sono sprovvisti di titolo di soggiorno sin dalla nascita. Ragionando a posteriori, infatti, se oggi avessero tutti i requisiti per ottenere sia l’una che l’altro, non possono essere penalizzati.
La sentenza in commento è un chiaro esempio che il diritto vive anche dentro testi immobili: coraggiosa e innovativa, ha saputo offrire una lettura nuova di una legge vecchia, restando sempre saldamente ancorata a concetti giuridici incontrovertibili.
A.M., è figlio naturale di A.S., cittadina delle Filippine, e di padre non noto. Al momento del parto (30.1.1993) la madre era irregolarmente soggiornante nel territorio nazionale; ciò non di meno, tre giorni dopo, si recava presso l’ufficio anagrafe del Comune, per registrare la nascita del piccolo.
Dopo appena quaranta giorni dalla nascita, il Giudice Delegato presso il Tribunale dei Minori di Lecce, preso atto della grave situazione di indigenza in cui versava il nucleo familiare (la madre era clandestina e disoccupata ed era stata vieppiù abbandonata dal compagno - padre naturale del minore), il piccolo veniva collocato in via di urgenza presso un istituto minorile; la decisione veniva ratificata dal Collegio Minorile.
Con successivo provvedimento del 16.12.1994, il minore veniva affidato ai coniugi P.–C., che lo accoglievano in famiglia rivolgendogli attenzioni ed amore come se fosse un loro figlio; così come, del resto, essi rappresentavano e rappresentano per l’esponente quei riferimenti genitoriali che la sorte non gli aveva dato dalla nascita.
In questo nuovo contesto, il minore ha frequentato le scuole dell’obbligo, fino al diploma; si è sottoposto alle vaccinazioni obbligatorie; ha avuto il suo permesso di soggiorno, la tessera sanitaria e la carta di identità.
Così, raggiunto finalmente il traguardo dei 18 anni, si presentava presso il Comune per dichiarare la propria volontà di diventare a tutti gli effetti cittadino italiano, avendone da molto tempo acquisito la cultura, la lingua e lo stile di vita.
L’Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Lecce rigettava la richiesta <>.Contro questo provvedimento AM ha promosso ricorso innanzi al Tribunale di Lecce, che lo ha accolto dichiarandolo cittadino italiano.
In attesa di una legge chiarificatrice della materia, secondo Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, l’ordinanza in questione interviene di fatto, per la prima volta in Italia, riconoscendo la cittadinanza italiana a un ragazzo nato da migranti dando così speranza a tanti giovani che sognano di diventare cittadini italiani.


venerdì 24 maggio 2013

Il sindacato non può stare a guardare mentre una parte della popolazione si rovina con i “gratta e vinci” e gioco d’azzardo.

Il sindacato non può stare a guardare mentre una parte della popolazione si rovina con i “gratta e vinci” e gioco d’azzardo.
L’illusione di arricchirsi è tanta e lo Stato ci guadagna; questo è l’aspetto eticamente più riprovevole
Invece di contrastare il fenomeno, con la repressione ma anche con l’educazione nelle scuole, è preminente l’aspetto economico
L’allarme che lanciamo ci porta a fare alleanza con chi la vede come noi e si sta battendo concretamente.
Appoggiamo e appoggeremo in tutte le sedi l’azione di Riccardo Vizzino di Napoli col suo esposto al Ministro della Sanità.
GIUSEPPE CRISEO
Segretario Generale – Sindacato Europeo dei Lavoratori-www.sindacatoeuropeolavoratori.it
LA GUERRA ALLO STATO BISCAZZIERE é INIZIATA.......
                   NON SI TORNA INDIETRO !!!!!
LA GUERRA ALLO STATO BISCAZZIERE é INIZIATA.......
NON SI TORNA INDIETRO !!!!!

venerdì 8 marzo 2013

Risultato sondaggio Sindacato Europeo su Ata


                                                                                              Sindacato  Europeo dei Lavoratori
sito: http://www.sindacatoeuropeolavoratori.it/
Risultato sondaggio su Ata
Il nostro sondaggio ha riscosso un successo senza precedenti in tutti i settori : i lavoratori in massa hanno risposto alle domande che noi abbiamo posto per renderci conto delle aspettative, dell’organizzazione e degli ambienti di lavoro in Ata a Malpensa.
Alla prima domanda, ritieni che il tuo lavoro sia ben organizzato, la totalità delle persone hanno posto accento negativo.
Un es. di risposta concreta: “mettere nelle postazioni operative personale competente e con esperienza che sappia creare reale sinergia tra i reparti” lascia intendere quanto avviene e  i malumori che ci sono.
La seconda domanda su turni e ferie, pone l’accento sulla programmazione delle ferie che avverrebbe in maniera clientelare e non secondo criteri di alternanza ed equità.
La terza domanda sulle aspettative personali e la possibilità di fare carriera, denota la frustrazione degli addetti, un es.: “far crescere le persone secondo merito” è una delle risposte tipo selezionate tra le tante e che meglio rappresenta lo status attuale.
La quarta domanda sugli ambienti di lavoro, mette in luce la scarsa pulizia e la poca frequenza della medesima negli ambienti di lavoro.
L’ultimo campo del sondaggio lascia piena libertà di commentare e suggerire eventuali problemi e carenze: i mezzi sono uno degli aspetti evidenziati e carenti assieme alla gestione inadeguata.
La segreteria nazionale ringrazia Selimov per l’impegno e la dedizione dedicata all’ascolto dei lavoratori dando esempio concreto di vicinanza del Sindacato Europeo alle problematiche sentite e al disagio di cui ci faremo carico.

Giuseppe Criseo,
Segretario Nazionale
Federazione Dipendenti Aziende Trasporto Aereo- Sindacato Europeo L.
Malpensa,08.03.2013